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Immagine del redattoreAndrea Boi

Italia e Canada, siete pronti a cambiare strada?

Aggiornamento: 22 ago 2023


Parlamento canadese Ottawa

Le recenti elezioni politiche italiane hanno riacceso il dibattito tra gli italiani. Come avviene ad ogni cambio di governo, le opinioni sono spesso discordanti e così mentre una parte degli italiani rimane fiduciosa del cambiamento c'è chi invece crede che sia arrivato il momento di lasciare l'Italia. Da quando scrivo in questo Blog non ho mai fatto politica, e lungi da me l'idea di incominciare a farne ora. Tuttavia, mi sia consentito prendere spunto dalle recenti elezioni politiche e le rinnovate speranze di una parte della popolazione italiana per evidenziare alcune differenze sostanziali con il Canada, paese da cui vi scrivo. Spesso si sente dire in Italia non si rispettano i diritti, la sanità fa schifo, non si trova lavoro, sono tante le accuse di chi vive nel bel paese. È vero, e io e la mia famiglia per primi non ci saremmo trasferiti in Canada se l'Italia fosse stato realmente il paese dei sogni. Sono fin troppe le cose che non funzionano e allora la politica, quella vera, fatta da chi ci metta la faccia e tanta passione, non dovrebbe servire per ricostruire e cambiare le cose che non vanno bene?


Quali sarebbero i parametri su cui indirizzare un'azione correttiva del paese? Prendiamo ad esempio il Canada. Qui le cose funzionano, certo, anche noi ci lamentiamo continuamente e chiediamo meno tasse, una sanità migliore e più sicurezza nelle strade, tanto per farvi qualche esempio, ma il paese, almeno nelle sue fondamenta principali funziona e anche piuttosto bene.


Se l'Italia decidesse di cambiare davvero allora, ad esempio, potrebbe iniziare prendendo spunto dalle cose che funzionano in paesi come il Canada, ma siamo sicuri che il cambiamento sarebbe accettato dai suoi cittadini? Sappiamo tutti che la natalità italiana è in calo, forse sarebbe il caso di praticare delle politiche migratorie atte ad attrarre "nuovi italiani", perché è abbastanza scontato che un paese che non cresce demograficamente non può avere un futuro. Siete davvero sicuri che in Italia non si facciano più figli per la "crisi"? E' vero in Canada le famiglie con figli sono aiutate finanziariamente, ma le famiglie sono un cardine fondamentale del paese stesso. In Canada ci si sposa da giovani e si fanno figli da giovani perché un giovane una volta completati gli studi cerca la sua indipendenza e non ci penserebbe minimamente di restare a vivere con i genitori solamente perché più "comodo".


Il mondo del lavoro non funziona? Può darsi. Il peso fiscale non aiuta la nascita di nuove aziende e certamente è una causa, spesso determinante, della chiusura di quelle esistenti. Permettetemi però di dire però che è impensabile attribuire allo stato centrale un ruolo sostitutivo a quello dei privati. Lo stato italiano pesa troppo perché sono in troppi ad essere a carico dello stato e dei suoi cittadini. Stato e parastato appesantiscono i conti e spezzano le gambe all'iniziativa privata.


Non si può vivere di apparati pubblici, semmai lo stato dovrebbe aiutare e incentivare le aziende e gli investimenti privati, come succede da queste parti. Ma allora, quanto costerebbe ai privati far ripartire l'economica, fin troppo con le leggi attuali. In Italia non si è mai contenti di nulla e allora, saresti pronti ad adeguarvi ad un modello di tipo anglosassone dove, ad esempio, le pensioni pubbliche pagano appena il 25% del vostro fabbisogno pensionistico?


È impensabile avere uno stato che si "occupi"'di provvedere finanziariamente ai suoi cittadini al 100%, una volta raggiunto il diritto alla pensione, perché in uno stato "moderno" le pensioni andrebbero costruite con un planning finanziario dei cittadini stessi e delle aziende per cui essi lavorano, con piani realmente integrativi e con una tax deferral strategy, così come avviene con i conti RRSP in Canada. Vi è mai passato per la mente che le vostre tasse, i vostri contribuiti, servono solo ad alimentare l'apparato centrale e a sostenere un sistema inefficiente che sembra fare di tutto per non voler funzionare. In Italia e potrei andare oltre all'infinito, ci si lamenta continuamente di pagare troppe tasse e le lamentele sono reali ma alcune tasse tuttavia sono necessarie, ad esempio quelle sulla casa, se amministrate bene come avviene da queste parti, servirebbero come fonte di sostentamento per i comuni in cui si vive.


Uno stato che funziona è anche quello che garantisce la meritocrazia e non il puro e semplice assistenzialismo come spesso avviene nel bel paese. Se si seguisse il modello canadese, ad esempio, nessuno penserebbe di iniziare un nuovo lavoro pensando, fin da subito, di avere 4 settimane di ferie. È impensabile gestire un'azienda se si lavorano 11 mesi e nel frattempo si generano costi per 14 mensilità, incluse tredicesime, quattordicesime e accantonamenti di fine rapporto (tutte cose che qui non esistono). Qui ad esempio, le ferie partono da 2 settimane e crescono in base alla posizione salariale e agli anni di servizio. Si mi rendo conto che nessuno voglia tornare indietro ma un sistema per essere efficiente deve tener conto dei conti di tutti, inclusi quelli di chi da da lavoro. Sono i privati, infatti, il vero motore dell'economia di una nazione e allora pensare che lo stato debba farsi garante di tutto è già di per se e per definizione, un errore macroscopico. Infatti, non si può mettere a carico di pochi il welfare di un'intera nazione.


Uno stato da riformare dovrebbe anche riconsiderare la propria sanità perché abusare di un sistema senza alcuna forma di controllo reale dei suoi costi è deleterio e se l'Italia si trova in questa situazione un motivo ci sarà. Ad esempio, se prendessimo come riferimento il Canada, si dovrebbe ripensare al ruolo dei medici di famiglia come filtro per qualunque tipo di visita specialistica, senza salti preferenziali di corsia e garantendo così un vero controllo dei costi necessari per curare i pazienti.


Riformare lo stato sul modello canadese dovrebbe portare ad una riforma seria della giustizia ma d'altronde si sa, uno stato non meritocratico non può neanche essere capace di dare "punizioni" giuste e soprattutto di farle rispettare. La giustizia dovrebbe iniziare a tutelare la proprietà e i diritti dei suoi cittadini come avviene da queste parti con processi veloci e chiari e con certezza della pena. Questo accelererebbe non soltanto l'iniziativa privata ma anche l'interesse degli investitori stranieri.


Cari amici italiani, non avete meno diritti, avete semmai quelli sbagliati e avete perso la capacità di rincorrere quelli più essenziali. Purtroppo, è probabilmente anche a causa di un sistema ormai fin troppo radicato nella cultura del paese, vi siete dimenticati che il ruolo dell'Italia del mondo lo determinate voi con le vostre posizioni poco chiare e sempre poco propense a farvi rimettere in gioco. Si le cose potrebbero funzionare meglio, ma siete sicuri di poter essere pronti a voler assomigliare almeno un po' ad un paese moderno? Se fosse così non sarebbe più facile "copiare" qualcosa che funziona anziché cimentarsi ad inventare formule già sperimentate in decenni di storia repubblicana? A voi l'ardua sentenza. Grazie per la lettura.



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