Siamo tutti un po' troppo "social". Abbiamo i nostri profili personali e talvolta anche dei Blog. Ci facciamo travolgere dalla voglia quasi pazza di apparire a tutti i costi trascendendo, spesso e volentieri, nell'autocelebrazione, perché così vuole il nostro ego. Che cosa rimane di noi e della nostra vita? Io parlo per esperienza personale e benché esposto tutti i giorni ad altre pagine e contenuti, non posso che limitarmi a vedere ciò che sono oggi, dopo quasi tre anni dall'apertura del mio Blog. I social network possono essere veramente utili per portare in giro l'italianità nel mondo? In questo articolo vi parlerò della mia esperienza e della mia opinione sui social network e di molte delle pagine che popolano la rete.
Il progetto Canada nasce da un amore pluridecennale per questo paese. Potrei scrivere un libro solo per raccogliere le emozioni provate, forti anzi fortissime. Le mille difficoltà di chi vive un'avventura come la mia in anni non certo facili per la nostra società. Ricordo ai nuovi lettori che il Blog è proprio il frutto di questi anni difficili. Nato nel gennaio del 2020 e implementato nei mesi a seguire in concomitanza della pandemia. Un percorso, quello del Blog, che è stato certamente influenzato da alcune difficoltà vissute in prima persona.
Il Blog doveva servire a non farmi travolgere dagli eventi, era come il cercare di costruire delle nuova fondamenta della mia esperienza canadese. Le cose, si sa, non vanno mai come avevi programmato. Un migrante si porta dietro molto più di una valigia di indumenti perché il suo bagaglio sono le speranza di una vita migliore, di nuove sfide e allora il Blog, è servito anche a quello, ricordarmi le ragioni che mi hanno portato fino in Canada. Già siamo tutti un po' social e ci piace raccontarci perché al di là dei contenuti amiamo anche confrontarci e sentire esperienze e opinioni diverse dalle nostre. Il mio Blog credo che oggi assolva anche a quel compito e nello scrivere i miei contenuti trovo che informare i lettori, persone magare con i miei stessi sogni, possa essere un qualcosa in più. Da questo stato d'animo nascono i contenuti di carattere informativo, quelli che devono e vogliono fare conoscere il Canada.
I canali social nel mio caso arrivati dopo, dovevano invece servire a "portarci in giro" più di quanto non potesse fare una semplice pagina web, in un tempo i cui sono sempre di meno le persone interessate a leggere ed informarsi. Le informazioni devono essere veloci e in una società dello "scrolling" si è poco portati a leggere ed approfondire. Ma le persone come me, gli italiani in giro per il mondo, non possono dimenticare la "loro missione". Non siamo soli e abbiamo il dovere di aiutare il prossimo, chi come noi cerca una speranza per una vita migliore per se stessi e per la propria famiglia.
I social network appunto sono l'espressione di questo bagaglio emozionale e sono in tanti a portare questo "sentimento" italiano all'estero. Semmai mi rammarica il modo in cui tanti si presentano al proprio pubblico, perché sembra sempre più facile streamare (mi auguro si possa dire) contenuti che hanno poco a che vedere con quello spirito di cui parlavo prima. Sempre più spesso ci si trova davanti a vere e proprie ostentazioni del proprio benessere. Si va in video come se si stesse programmando un copione di un film da Oscar in cui, anche l'abbigliamento deve essere allineato al proprio intento.
Impegnarsi per fare conoscere un paese, questo dovrebbe restare l'obiettivo di chi scrive come me e perché no anche far conoscere le difficoltà di tutti i giorni. Farlo tramite un Blog permette di restare più allineati all'oggetto principale del Blog stesso. I social network spesso ci fanno infatti "rischiare" portandoci così a trascendere su contenuti che hanno i difetti di cui parlavo poc'anzi, cercare di farci apparire e realizzati per forza. Chi vive all'estero, i migranti spesso sono tutto tranne che realizzati e allora impariamo a raccontare realmente chi siamo e non ciò che vorremmo essere. Buona vita e fatemi conoscere la vostra opinione.
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